In passato, non pochi studiosi hanno cercato di spiegare l’origine del toponimo “Capurso“. Nelle Giunte e correzioni alla sua “Breve istoria del miracoloso ritratto di Santa Maria del Pozzo“, il dr. Francesco Pacifico accennò a una tradizione secondo la quale Capurso avrebbe preso il nome da Orso, figlio di Ajone, Principe di Bari e di Benevento, nell’888. Dello stesso parere fu il notaio capursese Giuseppe D’Addosio, secondo il quale Orso, capo della stirpe di Ajone, avrebbe fondato Capurso nell’anno 884, per la quale ragione da “Capo-Orso” si sarebbe avuto “Caporso” e quindi “Capurso”. L’infondatezza di questa interpretazione sta anche in una svista di carattere cronologico: nell’888 Orso aveva appena sei anni e non avrebbe potuto fondare un bel niente.
L’arciprete D. Domenico Torricella, seguendo la moda della poesia iperbolica del 600, fece derivare il nome della sua patria dall’Orsa Polare.
Il Garruba invece, rifacendosi a una leggenda secondo la quale durante gli scavi delle fondamenta delle prime case fu rinvenuto un teschio d’orso, ritenne più verosimile la tradizione secondo la quale il nome Capurso sarebbe derivato dall’incontro delle parole latine caput ursi (testa d’orso). La tesi appariva sostenuta anche dal fatto che nel 600 lo stemma di Capurso figurava nel libro delle imprese di Terra di Bari (esistente nel Grande Archivio di Stato di Napoli) ed era rappresentato da una ispida testa di orso bruno in un campo d’argento. Anche dopo l’ordinamento del Governo del 1° settembre 1932, che impose a tutti i comuni italiani di richiedere il riconoscimento ufficiale dei propri stemmi, lo stemma di Capurso raffigurava uno scudo con un campo azzurro contornato di viole e orso in movimento verso una quercia secolare, simbolo delle antiche boscaglie che un tempo ricoprivano il territorio della città.
La leggenda
Alcuni coraggiosi cacciatori, stanchi delle continue stragi di uomini e animali messe in atto da un orso bruno nei loro villaggi, organizzarono una battuta di caccia , durante la quale lo uccisero, gli tagliarono la testa e la posero su di un carro trainato da buoi. Dopo aver vagato a lungo per i campi, le povere bestie, stanche, si fermarono nel luogo su cui fu costruito un villaggio, che chiamarono Capurso da Caput-ursi per la testa dell’orso che seppellirono sotto le sue fondamenta.
La realtà
Studi più recenti sostengono che la voce “Capurso” appartenga a quei nomi che, nati come attributi, col tempo hanno assunto il valore si sostantivo. Così, secondo l’Alessio, da locus caprutius (luogo di capre), sarebbe derivato il sostantivo Caprutius e quindi Capurso.
Dello stesso parere è G. Colella, il quale ritiene che Capursius all’origine fosse usato come aggettivo derivante da caper (capra) e cioè che Capurso sarebbe stato un locus caprusium o caprutium (luogo di capre). Questa interpretazione toglie al toponimo l’alone di leggenda alla quale i capursesi sono legati e ce ne dà una lettura certamente meno poetica ma più realistica.
Fonte: “La storia di Capurso – Le leggende, le cronache, il folclore” di Gino Pastore.